martedì 26 agosto 2014

I BENEFICI DELLA DIETA MEDITERRANEA: il caso della Signora M.P.C.

Quando ho chiesto alla signora M.C. l'autorizzazione a raccontare i risultati raggiunti rivedendo la sua alimentazione, non solo è stata d'accordo ma mi ha addirittura esortata a farlo, sopratutto perchè consapevole di quanto serie fossero le sue condizioni a cui era ormai giunta. La storia clinica della signora ha inizio molto presto: appendicectomia all'età di 22 anni, menopausa chirurgica all'età di 39 anni, istero-annessiectomia per fibromatosi uterina. La signora riferisce di aver scoperto di soffrire di diabete mellito (alimentare) all'età di 40 anni, sempre nello steso periodo subisce un intervento di tiroidectomia per gozzo multinodulare con esame istologico negativo. Nel febbraio del 2010 subisce un'angioplastica per cardiopatia ischemica. Dal 2011 comincia terapia farmacologica per il diabete con metformina e liraglutide, ma riferisce effetto neutro sul peso, che nel frattempo era andato in costante aumento. Nel febbraio 2011 le riscontrano placche ateromatose, nel giugno 2011 viene ricoverata in UO di rianimazione per edema polmonare acuto e focolaio broncopneumonico Nel giugno 2013 ultimo ricovero con diagnosi di accettazione di "diabete scompensato e nefropatia", peso di 92.5 kg, altezza 159 cm B.M.I 36.59 obesità di secondo grado. 
I valori clinici che più meritavano attenzione erano senza alcun dubbio la glicemia elevata l'emoglobina glicosilata HBA1_c pari 13%, trigliceridi 331, creatinina 1,5 AER 772. A quel punto nel giugno del 2011 si ricovera per scompenso glico-metabolico ed approfondimenti diagnostici relativi alla funzionalità renale. A metà luglio sempre del 2013 i valori migliorano tranne la microalbuminuria che ha valore di 665, quindi molto alta. Dall'ecografia in oltre risulta l'evidenza di fegato e reni aumentati di volume. Naturalmente al momento della dimissione insieme all'assegnazione della dovuta terapia farmacologica le hanno ribadito più volte che era fondamentale che seguisse una alimentazione più che personalizzata. 
Così il 15/04/2014 ho avuto modo di conoscere la signora M.C. donna di una vitalità invidiabile consapevole della serietà del proprio stato di salute e fortemente decisa a venirne fuori. Dall'anamnesi nutrizionale risulta che la signora non mangia grandi quantità di pasta, e pane, non mangia dolci, ma concentra i farinacei piuttosto nel pasto serale. Non beve alcolici o sostanze zuccherine, ma è molto golosa di formaggi e simili, predilige la verdura cruda alla cotta perchè questa le provoca stipsi. Cammina quotidianamente per più di un'ora. Quindi: la situazione era abbastanza complicata perchè ogni patologia richiedeva la propria personalizzazione alimentare. 
Ho cominciato considerando il diabete, cercando di compensarlo distribuendo in maniera più equa gli zuccheri complessi (amidi) naturalmente in forma integrale, perchè ricchi di fibre e con medio-basso indice glicemico. Niente patate o riso raffinato perchè ad alto indice glicemico. Infatti l'equilibrio glicemico incide in modo significativo sulla funzionalità renale, non a caso nel diabete i primi danni sono proprio a carico dei reni. Per quanto riguarda la nefropatia le proteine le abbiamo scelte con cura, riducendo drasticamente la carne rossa che affatica molto più il rene rispetto alla carne bianca o al pesce o addirittura alle uova. Anche i formaggi hanno subito una riduzione drastica sia nella quantità che nella qualità non tanto per le proteine quanto per l'eccesso di sali che determina ritenzione idrica e quindi aumento della pressione e sopratutto per la presenza di trigliceridi colesterolo e grassi saturi in generale che sarebbero andati ad ad affatticare il fegato già ingrossato. 
Per quanto riguarda i legumi non abbiamo superato le due volte a settimana in quantità ben definite, perchè anche le proteine vegetali possono affaticare il rene, ma al tempo stesso aiutano ad ridurre l'assorbimento del colesterolo alimentare. Le verdure le abbiamo usate prevalentemente crude, perchè, al di là del fastidio delle verdure cotte sull'attività intestinale della signora, sono ipoproteiche, stimolano la digestione e l'intestino, favorendo i processi di disintossicazione anche a livello epatico. Nelle verdure crude tutti i componenti e i sali sono in diluizione ed equilibrio con la loro acqua di vegetazione, per cui favoriscono una diuresi naturale. 
Il 17/06/2014 dopo aver perso 7 kg la signora A.C. ha ripetuto le analisi di laboratorio che hanno dato risultati sorprendenti sopratutto perchè la microalbuminuria è scesa da 665 a 96, l'emoglobina glicosilata dal 13% al 7,9% ed il profilo glicemico rilevato in questo periodo dalla stessa signora si è di molto abbassato. Ovviamente siamo solo all'inizio del lavoro entrambe ne siamo consapevoli, ma in tutto ciò di grande rilevanza è l'informazione che ad ogni incontro io cerco di fare, perchè l'unico modo per mantenere i risultati è la consapevplezza e questa passa attraverso la conoscenza.

lunedì 18 agosto 2014

Acqua, il nutriente più importante, ma è tutta uguale? Cosa bisogna sapere prima di bere?

Sembra strano, ma la sostanza più diffusa da sempre al mondo e che compone per il 70% il nostro corpo, è diventata oggetto di domande, studi, riflessioni, eppure la si può definire la sostanza più naturale che ci sia...o almeno così era una volta, più precisamente si trattava di "acqua alcalina Ionizzata". Spesso mi capita di sentirmi fare la domanda:" ma quanta acqua devo bere? E di quale tipo? 
Queste domande nascono con la nostra "società del benessere". L'acqua pura di fonte ormai esiste solo nelle pubblicità, occorre farci una cultura per scegliere l'acqua adatta a noi o fidarci ancora dell'acqua del rubinetto in qualche modo trattata per garantire la nostra salute. L'acqua è vita, ogni reazione chimica che avviene nel nostro corpo avviene in presenza di acqua, veicola sostanze da eliminare o da assimilare...ma quali sono i veri nemici di una "buona acqua"? Al primo posto, paradossalmente l'essere umano perchè ha inquinato l'acqua dell'ambiente fuori da se, ma ha anche generato inquinamento dentro di se con un'alimentazione scorretta ed uno stile di vita ormai assolutamente sregolato. 
Oggi consumiamo molte proteine e grassi di origine animale cosa che provoca nel nostro organismo una condizione detta di "acidosi", perchè le proteine, sopratutto quelle animali sono acide e sopratutto producono scorie acide (es. acido urico, più comunemente noto con il termine "gotta"). Cibi acidi sono: carne e derivati, pesce, latte e derivati, cereali raffinati, quindi pasta e prodotti da forno con farina bianca, zucchero raffinato, tra gli alimenti alcalinizzanti ci rimane poca roba: frutta, verdura e, possibilmente acqua alcalina ionizzata. 
Ma dove si trova l'acqua alcalina ionizzata? In realtà si ottiene dall'acqua del rubinetto trattata con uno Ionizzatore Alcalino,vale a dire uno strumento elettromedicale che viene collegato alla rete idrica. Ma l'organismo come può compensare questa situazione fisiologicamente? Cerca di ridurre l'acidità che si è creata richiamando sali basici di calcio dalle ossa. Le ossa infatti hanno anche l'importantissima funzione fisiologica di mantenere l'equilibrio acido basico dell'organismo. Ovviamente alla fine di tale processo le ossa risultano impoverite di calcio e quindi più fragili. Nel caso in cui non sia possibile procurarsi acqua alcalina ionizzata, quali sono le caratteristiche di cui tener conto nella scelta dell'acqua? 
Sicuramente il residuo fisso che consente di suddividere le acque in: minimamente mineralizzate, con residuo fisso non superiore a 50 mg/l, oligominerale o leggermente mineralizzata, con residuo fisso inferiore ai 500 mg/l, medio minerale, residuo fisso compreso tra 500 e 1500mg/l, ricca di sali minerali con residuo fisso superiore ai 1500mg/.

martedì 12 agosto 2014

Ancora una volta dalla terra un grande aiuto: il TRITORDEUM

Il tritordeum è sicuramente il più giovane tra tutti i cereali, ma per molti aspetti, non solo nutrizionali, è superiore ai suo progenitori. Ottenuto dall’incrocio tra grano duro e orzo selvatico ha ottimizzato caratteristiche sia dell’uno che dell’altro. Innanzitutto presenta un minor contenuto in amido rispetto agli altri cereali quindi un indice glicemico più basso che lo rende utilizzabile, soprattutto nella sua forma integrale anche dai diabetici. E’ caratterizzato da una minore quantità di glutine e da proteine di livello superiore a quelle del frumento. Ricco in vitamine e sali minerali, in particolare rame e zinco, è caratterizzato da una maggiore quantità di luteina, un antiossidante appartenente alla famiglia dei betacaroteni, che ha effetto protettivo dai raggi del sole. Tipici dei cereali sono i composti fenolici, sostanze antiossidanti che esplicano un effetto protettivo nei confronti del cancro al colon, e hanno in genere un ottimo effetto antinfiammatorio. Il tritordeum è il cereale con il maggior contenuto in composti fenolici. Oltre agli elevati valori nutrizionali il tritordeum consente di realizzare prodotti appetibili e gustosi al pari di quelli di frumento tradizionale. Contiene una quantità di fibra superiore a quella del frumento in particolare di fruttani, composti da molecole di fruttosio e fondamentali per lo sviluppo della flora batterica del colon, definiti per questo “prebiotici”.